Potatura degli ulivi: Xylella e tecnica a vaso policonico

Ogni giorno, quando attraversiamo la campagna in direzione di San Vito, non possiamo fare a meno di notare i nuovi rami d’ulivo che sono vittima della xylella. Un senso di tristezza ci avvolge. Gli ulivi lottano da soli contro il batterio, cercando di sopravvivere attraverso i polloni che emergono alla base del tronco. Tuttavia, potrebbe non essere sufficiente affrontare la sfida in solitudine. Il batterio, silenziosamente, si diffonde lungo i vasi xilematici degli alberi, ostruendoli con il suo gel, interrompendo il flusso della linfa grezza. Le foglie appassiscono, i rami si seccano e l’albero declina. Gli ulivi svaniscono. La vista del nostro paesaggio si affievolisce e il velo della morte ci ricopre.

Purtroppo San Vito è stata dichiarata zona infetta al 2016. Le zone cuscinetto, contenimento e indenne devono rispettare la normativa regionale.

Xylella e la potatura degli ulivi

Jetty pota gli olive; xylellaTra pochi mesi, prenderà il via l’importante fase della potatura degli ulivi. Dotata di sega, forbici da potatura e alcol (non per il consumo), Jetty intraprenderà il lavoro tra le fronde degli ulivi. Ricorrerà alla tecnica del “vaso policonico” che abbiamo abbracciato da alcuni anni ormai. L’uso dell’alcol è fondamentale per sterilizzare le lame prima della potatura. Nel caso in cui un albero mostra segni di infezione da xylella, ogni taglio sarà seguito da una disinfezione accurata, per evitare il trasferimento del batterio da un ramo all’altro.

Attraverso questa tecnica di potatura, si lasciano sviluppare dal tronco principale da 4 a 6 rami verticali, chiamati da Jetty “tiranti”. La linfa che scorre attraverso questi “tiranti” è la linfa grezza che raggiunge le foglie dell’ulivo attraverso i vasi xilematici. In pratica, l’acqua contenuta nelle foglie evapora, innescando l’ascesa di altra linfa grezza. Riteniamo che questa tecnica, basata su rami principali verticali, possa fornire alla pianta una maggiore forza per far fluire la linfa grezza verso le foglie. Pertanto, per garantire che la pianta abbia la massima energia possibile, è cruciale eliminare i polloni.

I rami fino a un diametro di cinque centimetri li mettiamo nel biotrituratore. Il trinciato che si ottiene lo spargiamo poi sotto lo stesso albero. Spargere sotto l’albero non solo fornirà materia organica nel momento della decomposizione, darà anche copertura al suolo.